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10 Luglio 2019
24 Agosto 2018
Con una superficie di circa 44.000 ettari, il parco delle Orobie valtellinesi si estende sul lato meridionale della Valtellina oppure, ribaltando la prospettiva, sul versante settentrionale delle Prealpi orobiche. Il versante valtellinese, a differenza di quello bergamasco, scende piuttosto ripidamente verso il fiume Adda, e le quattordici valli che lo percorrono sono profonde e parallele tra loro. Ovviamente la superficie del parco non si estende fino al fondovalle: il suo margine inferiore si attesta intorno ai 1000 metri, mentre le vette più alte raggiungono i 3000 metri, come ad esempio il Pizzo Coca, Punta Scais e il Pizzo Redorta, risultando così mete di grande interesse per alpinisti e scialpinisti. Sulle vette delle Orobie, infatti, è ancora possibile vedere dei ghiacciai, nonostante l’inevitabile processo di ritiro, e numerosi laghetti alpini, formatisi proprio nelle conche prima occupate dai ghiacciai.
Data la grande superficie, all’interno di questo parco possiamo trovare una grande varietà di specie sia animali, sia vegetali: la biodiversità presente all'interno del Parco delle Orobie Valtellinesi lo rende un enorme valore aggiunto a un territorio già ricco di attrattiva.
Alle quote più basse troviamo folti boschi di latifoglie che, man mano che l’altitudine sale, lasciano il passo a boschi di conifere. L’esposizione settentrionale e le precipitazioni frequenti rendono questo territorio ideale per la proliferazione di piante e fiori, come ad esempio il rododendro, che durante il periodo estivo colora le praterie alpine con il suo fiore rosa acceso, da cui si ricava un miele molto pregiato.
Come il logo del Parco ci fa notare, in questo territorio il gallo cedrone ha trovato l’habitat ideale per riprodursi. Come lui, altre specie hanno trovato sulle Orobie Valtellinesi le condizioni ideali per la sopravvivenza, come ad esempio il picchio nero, l’aquila reale, la marmotta e numerosi ungulati, tra cui anche gli stambecchi. Per chi volesse ammirare da vicino la fauna che popola il Parco, sarà sicuramente di grande interesse l’Osservatorio eco-faunistico alpino all’Aprica: in un’ampia area di 20 ettari è possibile percorrere un sentiero didattico-naturalistico che ci consente di entrare in contatto con la natura selvaggia e incontaminata che popola queste montagne.
Sebbene il parco sia di grande interesse soprattutto per i diversi e numerosi ecosistemi presenti al suo interno, non dobbiamo sottovalutare la valenza storica dei siti che si trovano su queste montagne. Le Prealpi orobiche sono sempre risultate fondamentali per le attività agropastorali e, nel XVI secolo, furono la via privilegiata per gli scambi commerciali, soprattutto quando la Valtellina era sotto dominio dei Grigioni e la vicina Val Brembana faceva parte della Repubblica di Venezia. Un altro periodo storico che ha visto queste montagne protagoniste, è la Prima Guerra Mondiale: durante il conflitto fu costruito un importante apparato difensivo, la cosiddetta Linea Cadorna, e in Val Gerola sono tuttora visibili i resti di alcune trincee.
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